IL FESTIVAL DEI COMPLESSI DI RIETI ( 1966-69)


Gli anni '60 hanno visto la più importante svolta della musica del ventesimo secolo. La musica rock e pop odierna è una estensione, prosecuzione e citazione, della musica nata in quegli anni. Il primo movimento musicale di rottura degli anni '60 è stato il "beat", impropriamente oggi associato a musiche estive, disimpegnate ed ingenue. Allora suonava molto diverso, dirompente alle orecchie di ascoltatori abituati alla melodia e alla forma tradizionale della canzone.

 


Grazie alla fertile mente di Eliop, al secolo Elio Pasquale Palumbo, nacque il Festival dei complessi di Rieti, successivamente presentato come " Parata di primavera". L'idea del paroliere, compositore, regista e produttore discografico, trasformò Rieti in una tappa quasi obbligatoria per il beat italiano e per chiunque volesse ottenere una visibilità in un mercato, quello della canzone, in forte espansione.

 Il 45 giri, che aveva fatto irruzione nel mondo della musica nel decennio precedente, cominciò nel 1964 la sua ascesa, favorita anche dal costo relativamente contenuto del "mangiadischi" e dalla diffusione del juke box, ormai presenza fissa anche nei bar di paese. La nuova musica,sostenuta dalle prime riviste specializzate come Ciao amici, Big, Giovani e da trasmissioni radiofoniche leggendarie come Per voi giovani e Bandiera gialla, non tardò, nonostante resistenze e polemiche degli assertori della "tradizione" ad imporsi. Anche a Rieti cominciarono a nascere complessini di adolescenti emuli dei loro beniamini d'oltremanica. Altri gruppi già formati in precedenza,cominciarono ad adeguarsi ai gusti del pubblico giovanile.

 

La prima edizione del Festival dei complessi, ospitato prima al teatro Flavio e successivamente al " Moderno, ebbe luogo nel 1966. Quell'esperienza che portò il piccolo capoluogo di provincia alla ribalta delle cronache nazionali, si concluse solo qualche anno più tardi, nel 1969. Sul palco reatino si avvicendarono complessi che hanno fatto storia. Tra questi, possiamo ricordare Dik Dik, New Dada, Rokes, Nomadi, Ribelli, Rokketti, Equipe 84, Camaleonti,New Trolls,Giganti, Moods, Delfini, Roll's 33, Profeti, Corvi.

Con i gruppi si esibirono anche cantanti e solisti tra cui un certo Lucio Battisti che, con la sua Balla Linda, si aggiudicò il premio giovani nel 1968. Gli anni del Festival furono densi di avvenimenti e di cambiamenti colossali dovuti anche, com'è noto, al protagonismo della gioventù, nuovo soggetto sociale che irrompendo sulla scena mondiale, cominciò a mettere in discussione l'impalcatura ideologica dominante alla ricerca di un'esistenza, spiritualmente e materialmente, più consapevole e soddisfacente.

Come già riportato in questa pagina, la prima edizione del Festival dei Complessi di Rieti, si svolse nella fine dell'aprile del 1966.

Parteciparono numerosi gruppi musicali che con il tempo si andarono affermando e in qualche caso, raggiunsero il grande successo.

Tra questi vanno sicuramente annoverati nomi noti come Pooh, Giganti, Nomadi, Rokes, New Dada ma anche band come i Barritas o i Longobardi. 

I Rokes sul palco del Flavio Vespasiano
I Rokes sul palco del Flavio Vespasiano

Nel novembre del 1966, si verificò la terribile alluvione di Firenze. Giovani da tutto il mondo accorsero per cercare di salvare l'inestimabile valore artistico e culturale che rischiava di rimanere per sempre distrutto dalla furia dell'Arno. I "ragazzi del fango" esausti ma sorridenti, capelloni e gentili, la cui solidarietà, responsabilità e capacità di organizzazione, stupì e commosse il mondo intero, misero in discussione, con la pratica, luoghi comuni e vecchi stereotipi. In quei lunghi mesi a Firenze, in quell'estenuante impegno in difesa di uno dei più grandi patrimoni dell'umanità, tra giovani che parlavano lingue diverse ma animati dagli stessi valori, possiamo intravedere un'anticipazione del '68 e delle grandi conquiste sociali e culturali degli anni successivi. Anche a Rieti, presso il teatro Flavio, fu organizzata una manifestazione in solidarietà con gli alluvionati di Firenze a cui parteciparono alcuni complessi musicali locali. Suonarono in quell'occasione i Birilli, i Friends, i Lovers, i Sonital e i Sabini.

Questi ultimi, insieme ad altre band del territorio, parteciparono al Festival dei complessi. Nella prima edizione del 1966, vinsero in coppia con i leggendari New Dada di Maurizio Arcieri, gruppo divenuto celebre anche perchè ebbe l'onore di aprire i concerti in Italia dei Beatles. I Sabini, nella stessa primavera, suonarono all'Hilton e al mitico Piper, come del resto fecero, qualche anno più tardi, Le Pozzanghere bianche. Il Festival rappresentò per i gruppi e per i cantanti solisti non solo una ghiotta occasione di visibilità e di promozione ma anche una grande possibilità di confronto e di conoscenza che sovente,non si esauriva dietro le quinte. A Rieti infatti, esistevano già alcuni club, come ad esempio il '66, gestito da I Sabini e il Sonital Club, legato all'omonimo complesso musicale. Alcuni degli artisti che partecipavano al Festival, durante il loro soggiorno a Rieti, frequentavano questi locali e non era per nulla infrequente assistere a delle jam session che vedevano protagonisti musicisti reatini e personaggi del calibro di Augusto Daolio, cantante de I Nomadi o dell'altrettanto leggendario, Shell Shapiro.

 Erano anni di grande effervescenza, di grandi e rapidi mutamenti anche in campo musicale e per gli artisti la capacità di aprirsi alle nuove idee che viaggiavano per il mondo e per il Paese, era fondamentale. Anche il mercato discografico rifletteva questa fame di novità diffusa. Ciò che sembrava innovativo nel '66 poteva risultare superato nell'anno seguente. La parata di primavera fu, anche suo malgrado, testimone di questi mutamenti velocissimi. La vittoria della seconda edizione,a d esempio, fu attribuita a I Giganti, gruppo storico e giustamente celebratissimo, del beat italiano. Nonostante ciò, la grande novità musicale dell'edizione del '67 fu rappresentata dal brano eseguito dai britannici Dave Anthony’s Moods che in quell'occasione, conquistarono il premio della critica con un brano che rompeva i tipici schemi dell'english sound e che prevedeva anche l'uso dei fiati. Non è stato per caso che il cammino artistico di alcuni membri del gruppo, abbia finito per intrecciarsi con quello dei Fletwood Mac e di David Jones, che in seguito, facendosi chiamare David Bowie, divenne una delle più grandi star della storia del rock.Il premio giovani fu vinto, ex equo, dai Dik Dik e dai Ribelli il cui cantante di origini greche, Demetrio Stratos, tornerà nuovamente a Rieti nella metà degli anni '70, al Teatro Moderno, accompagnato dagli altri componenti dei mitici Area ( International Popolar Group).

Nel '68, il maggio francese aprì una nuova fase. Per molti opinionisti fu un'esplosione inaspettata e del resto, anche la crescita economica fu definita un "boom". A ben vedere però, questi fenomeni tra loro ben diversi, affondavano le radici nei grandi cambiamenti degli anni precedenti. Ciò che era ancora carsico, venne in superficie. Qualche universitario reatino fu anche testimone e protagonista della battaglia di Valle Giulia, delle lotte studentesche, del caos creativo di quel periodo ma ci furono soprattutto quelli che, in quegli anni memorabili, investirono molte delle loro energie per seguire i concerti dei grandi del rock o partecipare ai raduni, grandi e piccoli, delle "realtà giovanili". Molti presero la via dell'oriente, altri ancora scelsero percorsi spirituali meno esotici. E' il caso di Paolo Pasolini, cantante de Bisonti , tornato in terra sabina vestendo i panni di parroco. 

Si era aperta una fase e se ne chiudeva un'altra.

Nel 1969, ebbe luogo l'ultima edizione della Parata di primavera. Gli appassionati e i curiosi, grazie ai filmati della RAI resi pubblici in rete, possono ancora godere di quegli ultimi istanti di celebrità per la nostra città ma anche forse, percepire una certa inadeguatezza nei confronti di una

realtà che continuava incessantemente a modificarsi. Forse ha ragione Gianfranco Manfredi che rifiutando il luogo comune dei "fatidici anni '60", preferisce, anche in campo musicale, scorporare il decennio in fasi che presentano caratteristiche più omogenee. 

L'ultima edizione del Festival sancì la fine di un periodo storico. Con esso sfumarono anche le sicure entrate economiche che artisti, giornalisti, tecnici ed appassionati assicuravano ogni anno, agli albergatori e ai commercianti di Rieti e del Terminillo. I tempi erano cambiati e l'incapacità di rinnovarsi non giovò certo ad un territorio che nel turismo, nell'ambiente e nella cultura, anche "alternativa", avrebbe potuto trovare i suoi punti di forza e di sviluppo. Il capoluogo sabino precipitò di nuovo nell'oblio e per tornare alla ribalta nazionale, dovrà aspettare i successi nel basket o i primati del Meeting di atletica. 





                            LA STAMPA


 

THE FRIENDS

La band partecipò a diversi concorsi e alla già citata Parata di Primavera, insieme a Mike Liddel & gli Atomi, con " La tua immagine" , brano tratto dalla celebre " The sound of silent "di Paul Simon. La band suonò a Rieti e dintorni ma era apprezzata anche altrove.

Per maggiori informazioni , vedi la pagina.




Quando me lo sono visto arrivare in ufficio, non volevo credere ai miei occhi. Paolo Pasolini, il celebre cantante dei Bisonti era tornato dalle nostre parti, ma nelle vesti di parroco. A tal proposito, all'inizio del millennio, è uscito per la stampa locale, l'articolo che posto di fianco.

E' proprio vero. Le strade del Signore sono infinite !

Lasciatemi dire però che anche il beat, non se la cava per niente male.

 

Egisto Fiori



JULIO E I DIAMANTI

 

RIETI ( T.C. ) - Particolare successo ha riscosso alla " Parata di Primavera", il complesso reatino " Julio e i Diamanti" esibitosi sul palcoscenico del " Flavio", nel corso della manifestazione canora reatina. Quale unico rappresentante della Provincia di Rieti, il complesso è stato lungamente applaudito per le buone interpretazioni musicali eseguite. 

 

( Dalla cronaca locale di un giornale dell'epoca)

I SABINI

Furono uno dei gruppi più apprezzati dell'epoca.

Nel 1967, vinsero con i New Dada di Maurizio Arcieri, il Festival dei complessi di Rieti. 





      CRONISTORIA DEGLI ANNI '60




Ma che colpa abbiamo noi.                                   Gli anni '60 attraverso il lavoro di ricerca della rivista                             Didattica Luce in Sabina.


Nel  2018, la rivista on line Didattica luce in Sabina, realizzata grazie all'impulso dell'istituto Luce e dell'Archivio di Stato, ha interamente dedicato il primo numero dell'anno alla Rieti del Karnhoval e del Festival dei Complessi di Rieti. Grazie alle interviste ad alcuni dei protagonisti di quegli eventi e alla documentazione prodotta, spesso inedita, si è data la possibilità a studiosi ed appassionati di assaporare  e conoscere meglio la realtà di una città di provincia che negli anni '6o, fu teatro di avvenimenti irripetibili, documentati anche dalle cronache nazionali.

Invitiamo quindi gli interessati alla visita del sito della Rivista che ha presentato il numero in questione il 22 marzo 2018, presso l'Archivio di Stato di Rieti. 

In basso, la locandina della presentazione di MA CHE COLPA ABBIAMO NOI. una breve rassegna stampa locale ed una foto di Augusto Daolio scattata durante il Festival dei Complessi di Rieti, da Roberto Lorenzetti. Questo spazio ospita anche brevissimi filmati che riproducono alcuni momenti della presentazione della rivista tra cui, anche una jam session che ha riunito alcuni protagonisti dei gruppi reatini degli anni '60.

rassegna stampa- video






Tutti  filmati presentati in questa finestra sono tratti dalla pagina Fb di 

Didattica Luce in Sabina