JONNY E I DEMONI 


               Francesco Rinaldi ci mostra i suoi 45 giri
Francesco Rinaldi ci mostra i suoi 45 giri

 " Riprendiamoci la nostra fantasia", canzone di  Francesco Rinaldi, vincitrice dello Zecchino d'oro del 1985.  

Molti conoscono Francesco Rinaldi per il suo impegno teatrale e come autore di canzoni per bambini che hanno avuto un grande successo. Sua ad esempio, è la canzone " Riprendiamoci la nostra fantasia" che vinse la 28° edizione de Lo Zecchino d'oro, nel 1985 . Precedentemente, Francesco era un cantautore "impegnato" . E' in questa veste che ha pubblicato alcuni 45 giri tra cui "Gedeone" e frequentato il folk studio. Negli anni '60, era un componente di Jonny e i Demoni.

Il gruppo era composto da Dino Bucci, passato successivamente alla Rivendita n.5, Gianni Strinati, Mauro Massari e Jonny, da cui la band prese il nome.

I musicisti provavano principalmente nei locali parrocchiali di Quattro Strade e riuscirono a vincere a Cotilia, il Festival del Lazio. 


            Gedeone, il 45 di Francesco Rinaldi, pubblicato dalla Ariston 


                                                                  L'ARIA TORTUOSA DELLA LIBERTA'


                Breve chiacchierata con Francesco Rinaldi

 

Era veramente da tanto tempo che non ci prendevamo un caffè insieme. Utilizzando il linguaggio di tutti i giorni, potrei dire "da una vita" e forse, questa espressione temporale riflette la realtà molto più di quanto si possa credere. Le nostre storie infatti, si sono incrociate in un momento di grandi cambiamenti esistenziali e per un breve periodo, hanno anche camminato insieme. Poi, come spesso accade, un semplice trasloco, il servizio militare o gli impegni familiari o sociali, sembrano sciogliere dei legami e dei sodalizi consolidati. Le vite di ognuno, di ognuna, sembrano dividersi e proseguire per rotte apparentemente ignote, non segnate ancora sulle carte. A volte, ci si incontra di nuovo, ci si può ri/conoscere e forse in parte, rispecchiarsi nell'altro. E magari ti viene in mente il vecchio Teatro Laboratorio di S. Lucia , Francesco Rinaldi a cavalcioni sulle tue spalle che imita gli eroi del West, lo stage con il Living Theatre, il concorso nazionale per cantautori, il pulmino rosso della Ford in rotta verso il Folk Studio o la partecipazione ai tanti festival dell'Unità del circondario. Il ricordo più bello è però il concerto di Francesco al liceo Scientifico "Carlo Jucci" sul finire degli anni '70. Ero poco più che uno studente adolescente allora, ma fu proprio in quella occasione che scelsi di comperare una chitarra e di scrivere canzoni. Personalmente, debbo molto a Francesco Rinaldi ma scrivere del suo percorso umano ed artistico, significa anche raccontare di generazioni, quelle degli anni '60 e '70, protagoniste sia sul terreno politico-sociale che su quello artistico-culturale. Sarà un caso, ma anche se in ordine sparso, senza la consapevolezza l'uno dell'altro, parte dei giovani di allora, con pubblicazioni, siti, interviste, sta oggi ricostruendo la propria storia collettiva e quella di un territorio. Niente di nostalgico, credo. Nella memoria infatti, nel recupero autentico di un patrimonio generazionale imponente, soprattutto per una realtà piccola come Rieti, può risiedere la possibilità di rilancio della città e del territorio. Francesco, Rinaldi cordiale come sempre, mi ha accolto nella sua casa e sfoglia i suoi album di ricordi. Ci sono delle foto bellissime che restituiscono stupendamente le atmosfere dell'epoca. Si inizia con Jonny e i Demoni, una delle band reatine più celebri negli anni '60 con cui, musicalmente parlando, "Cecco" fece i primi passi. Tra le varie cose, spiccano le foto dei Rokes, vere e proprie icone del beat, scattate durante una delle tante edizioni del Festival di Primavera. Poi la carriera solista, spesso con la collaborazione di musicisti reatini. Nel faldone, si trovano numerosissimi articoli di stampa che definiscono Francesco, nativo di Poggio Bustone, " il nuovo Battisti", le foto con Corrado durante le numerose partecipazioni alle trasmissioni della RAI. Non mancano le copertine dei primi 45 giri. Francesco Rinaldi, insieme al grande jazzista Gino Marinacci e naturalmente a Lucio Battisti, è stato il primo reatino a stampare dei dischi lanciati su scala nazionale. Nell'album dei ricordi però, trovo anche qualcosa di inaspettato. L'impegno politico e sindacale di Francesco mi è da sempre noto ma le fotografie dei picchetti dei lavoratori della Texas, mi colpiscono dritto al cuore. Quelle immagini in bianco e nero, gli articoli dei giornali accuratamente ritagliati, testimoniano uno dei più importanti cicli di lotta del territorio. L'insediamento della Texas, favorì tra l'altro, la nascita di una nuova figura di operaio, diverso dal passato per competenze, istruzione ma anche per età e coscienza, tanto da essere considerato nel territorio, una vera e propria avanguardia all'interno del processo produttivo. Le canzoni di Francesco nacquero anche in quel contesto sociale e lavorativo e possono a pieno titolo, far parte delle pagine da ricordare della canzone d'autore italiana. Nell'aprile 1982, il musicista di Poggio Bustone partecipa al I°Festival nazionale dei cantautori, organizzato da Radio Onda Verde. Sul palco del teatro Flavio Vespasiano, propone "Le tue ali di Icaro", vero e proprio inno alla libertà e alla possibilità di un autentico cambiamento collettivo e individuale. In quell'occasione, dichiara: " Ho partecipato a diverse manifestazioni a livello nazionale, poi dopo due 45 giri ( Gedeone - Eppure) pur continuando a fare canzoni, ho tralasciato un pò il mondo musicale per continuare a fare dell'arte con altri mezzi. Ora scrivo testi teatrali ed è proprio in queste occasioni che torno ad introdurre nuove canzoni composte "a soggetto". Per Francesco è tempo di grandi cambiamenti artistici ed esistenziali. La sua attenzione verso l'espressione teatrale è più significativa e questo anche in concomitanza con la scelta di abbandonare la sua vita da operaio. Coraggiosamente salta il fosso, vola oltre, cosciente che il "volare significa creare una rottura con quel modello che ci hanno assegnato di vivere le cose, la tua vita, all'interno di uno schema stabilito. Significa coscienza di sfruttato, significa attrezzarsi per cambiare. Significa che senti di essere vivo, che senti una gran voglia di cantare, gridare alla gente evviva io, evviva chi si vuol liberare. Evviva chi si ostina a respirare l'aria tortuosa della libertà". Con "Le tue ali di Icaro", di cui si è riportato un breve ma significativo stralcio, Francesco si racconta, grida al mondo intero di aver scelto di dedicarsi completamente alle sue passioni artistiche. Icaro fece una brutta fine ma invece Francesco Rinaldi vola e le sue ali non si sciolgono al calore dei riflettori, anzi. Solo qualche anno più tardi, siamo nel 1985, la sua canzone" Riprendiamoci la fantasia", vince lo Zecchino d'oro. Non c'è più la fabbrica nelle sue canzoni, non più la condizione drammatica dei Gedeone che vivono raccogliendo cartone, ma Francesco coglie diversamente le ragioni del malessere, criticando fortemente "la fruizione passiva dell'uomo televisivo" e trovando soprattutto nella fantasia e nell'immaginazione, una possibile via d'uscita. Il "cantautore per adulti" cede il passo ad un altro tipo di impegno e di canzone, principalmente rivolta ai bambini e agli educatori, ma in definitiva ad ognuna, ognuno di noi. Il 1988 è l'anno di " Cane e gatto", canzone sul possibile superamento delle contrapposizioni culturali e l'anno successivo, viene proposta " Corri topolino", in cui si affronta il dramma dei bambini costretti a subire la guerra. Pausa caffè e poi Francesco apre un file del suo computer. Appare sul monitor un elenco approssimativo dei suoi lavori. Le canzoni scritte, di cui circa la metà sono state pubblicate a livello locale o nazionale, sono più di quattrocento. Dieci, tutte rappresentate, sono invece le sceneggiature teatrali per ragazzi. A questa lista già impressionante per mole, vanno aggiunte diciotto favole, ambientate in altre tradizionali e celeberrime. Ecco allora la storia di Cenerentolo, cugino di Cenerentola, la storia di Bobbo, il lupo della favola dei tre porcellini ma anche le avventure di Lalla, la farfalla del giardino di Biancaneve e dei sette nani. Le favole, presentate in diciotto trasmissioni di Radio Rai, sono state tutte lette da Elio Pandolfi. Nella produzione di Francesco Rinaldi non manca neanche il musical. Sono state scritte sei sceneggiature, liberamente tratte dalla letteratura per ragazzi, tutte pubblicate e rappresentate da un coro di Lucca. Tra queste vale la pena di citare " Nel regno di Oz", " Il cucciolo d'uomo" e " L'isola che non c'è". Prima di continuare la nostra chiacchierata parlando dei suoi ultimi lavori, scatto un pò di foto a Francesco. Appeso al muro dello studio, c'è un dipinto ad olio che lo raffigura mentre canta le sue canzoni. Fotografo anche il quadro, immaginandolo a corredo dell'articolo per Orizzonti. Poi, diamo insieme un'occhiata ai tanti cd e pubblicazioni scaturiti in questi ultimi anni. Il millennio si apre con un lavoro sulle ville della Lucchesia che spesso hanno ospitato importanti personaggi e con " Hanno ragione i bambini", pubblicato dalle edizioni Paoline. In questo ultimo lavoro si denuncia la violenza contro i bambini ed ogni canzone è ispirata ad un particolare articolo della Convenzione dell'ONU sui diritti dell'infanzia. Al cd si accompagna una pubblicazione per eventuali recite scolastiche. Questo vale anche per " Il Natale di San Francesco", ricostruzione in sei canzoni della rappresentazione vivente di Greccio, voluta nel 1223 dal santo di Assisi. Il recital è attualmente rappresentato in Italia e all'estero. Il francescanesimo è protagonista anche di "Cantico", recital che prevede la preziosa partecipazione dell'attrice Carla Todero. Francesco Rinaldi ha scitto anche il dramma " Barbara di Nicommedia" sulla vita di Santa Barbara, patrona di Rieti, opera che si è avvalsa del contribuito, ancora una volta, di Carla Todero ma anche del noto caratterista Ugo Fangareggi. Francesco racconta e spiega che tra le sue produzioni di una volta, indirizzate principalmente agli adulti e quelle odierne, pensate e scritte per i ragazzi, c'è un filo rosso, una continuità rappresentata dall'impegno culturale e sociale. Il "Checco rivoluzionario" degli anni'70, protagonista di tante battaglie sindacali e l'artista e uomo di oggi, hanno in comune anche un altro elemento. Possiamo definirlo semplicemente "amore per la propria terra". E' grazie a questa passione che nel 2005, nasce " Orizzonti Sabini" associazione culturale di cui Francesco Rinaldi è fondatore e attualmente presidente. Francesco parla a lungo del suo progetto. Ci tiene molto e lo dichiara esplicitamente. Ritiene importante far conoscere i grandi vissuti del '900 reatino, ripercorrere i punti salienti della trasformazione di una città che all'inizio del secolo, era principalmente rurale. La commedia in vernacolo reatino " Li lalianti", ispirata alla storia dell' O.R.L.A. (officine reatine lavorazioni areonautiche ) e dell'aeroporto "Ciuffelli", è parte di un progetto più ampio ed è stata rappresentata nel maggio del 2009 unitamente ad un convegno ed a una mostra fotografica. "Lo succaru de' li rapari", commedia in due atti, ancora una volta in vernacolo, è invece ispirata alle vicende dello Zuccherificio" ed ha vinto il "Concorso per nuove commedie dialettali". Tra le ultime creazioni di Francesco Rinaldi c'è il gruppo musicale "Trovatori Sabini" che sulle orme delle gesta dei trovatori medievali, cerca di restituire alla memoria collettiva i percorsi storici che hanno segnato la cultura del territorio. Nel'ensemble ci sono anche vecchie conoscenze della musica reatina come Gioacchino Fabbi, Virgilio Paolucci, Domenico Brandelli. " Li miraculi de' Santa Barbara" è un recital di grande impatto comunicativo, sviluppato intorno ad otto canzoni intrecciate a spiegazioni in lingua e declamazioni in dialetto, sul modello degli antichi cantastorie che una volta, con i loro seducenti racconti, viaggiavano di villaggio in villaggio. Francesco mi annuncia il suo prossimo spettacolo. Per la prima volta, il 16, 17 e 18 aprile sarà rappresentata presso l'ASI di Rieti, la commedia " Lo succaru de' li rapari" . Come già accaduto per " Li lalianti" sarà anche organizzato un convegno ed una mostra fotografica. Non è tutto. Francesco una ne fa e dieci ne pensa. Attualmente sta lavorando ad una commedia ambientata alla Supertessile. Ci salutiamo con l'intento di rivederci presto. Scendo le scale della sua abitazione pensando a Francesco, ai suoi trascorsi, al suo impegno, alle sue scelte umane ed artistiche. Icaro ha lanciato una sfida , personale certo, ma è anche quella di una generazione che ha cercato di incarnare un'utopia concreta, che sicuramente ha avuto il coraggio del sogno, che spesso si è bruciata le ali, ma che a volte, è riuscita finalmente a spiccare il volo... nell'aria tortuosa della libertà.

 

 Egisto Fiori

 

Da Orizzonti, aprile 2010