LINA CAVALIERI


"Mi ritiro dall'arte senza chiasso dopo una carriera forse troppo clamorosa".

E' con questa frase che, nel lontano 1920, Lina Cavalieri si allontanò dalle scene per ritirarsi a Villa della Cappuccina, nei pressi di Rieti. Di clamore, in effetti, ne aveva suscitato assai ma non solo per le sue doti canore. Amata da Trilussa ed esaltata anche in uno dei suoi stornelli, fu definita da Gabriele D'Annunzio la massima testimonianza di Venere in terra . Fra i suoi amori ci furono re, industriali e persino Guglielmo Marconi. La sua amicizia con Mattia Battistini e la scelta di ritirarsi nei pressi di Rieti, fanno di Lina Cavalieri un personaggio che merita di entrare a far parte della storiografia cittadina della prima metà del novecento.

 

La vita e la carriera di Lina Cavalieri continuano ad appassionare anche il grande pubblico. Se nel 1955, la Lollo interpretò il ruolo della Cavalieri nel film La donna più bella del mondo del regista Robert Z. Leonard, oggi , si continuano a pubblicare libri tra cui ritengo opportuno segnalare quello scritto da Franco Di Tizio. Questa biografia, frutto di un attenta ricerca documentaria , racconta non solo il profilo pubblico della celebre donna ma i suoi sentimenti riposti, i gesti segreti, quel suo legame mai ripudiato con la modesta famiglia di origine, il suo rimpianto degli uomini amati per troppo breve tempo. Il volume contiene circa duecento illustrazioni, di cui oltre centocinquanta inedite, della donna a cui le folle dei teatri e le penne dei giornalisti unanimi, attribuirono la definizione di donna più bella del mondo. Osservando i ritratti, si può oggi rimanere anche sconcertati da questa unanime venerazione ma questa non può essere compresa tenendo in solo conto i mutamenti dei canoni estetici della bellezza femminile nell'ultimo secolo. Il fatto che Lina Cavalieri fu definita anche The kissing primadonna può forse aiutare a capire. Famoso infatti, restò il bacio appassionato che diede a Caruso, sul palcoscenico del Metropolitan Opera di New York, al termine del gran duetto d'amore della Fedora. Siamo di fronte ad una personalità di grande audacia e fascino, ad una donna la cui bellezza non può essere meramente riconducibile alle fattezze corporee. La figura di Lina Cavalieri infatti, non può prescindere dal suo essere diva, ovvero divina.

 

Lina Cavalieri nasce ad Onano, in provincia di Viterbo, durante la vigilia di Natale del 1874. Dopo tre giorni dalla sua nascita, i genitori la portarono a Roma e qui fu battezzata in Santa Maria in Trastevere con il nome di Natalina. Nello stesso quartiere, qualche anno più tardi, la possiamo ancora incontrare mentre, per un baiocco, offre ai passanti i suoi sorrisi di bimba e mazzolini di viole. Spesso, di nascosto dei genitori, attraversa il ponte sul Tevere fino al Baraccone delle Meraviglie di Piazza Pepe. Piazza Guglielmo Pepe - ora completamente sparita - era, in quell'epoca, un enorme piazzale consacrato alle baracche dei ciarlatani; ed era il ricettacolo dei vagabondi e dei poveri guitti. C'era di tutto: perfino qualche cosa di interessante, se non di buono. Era un'accozzaglia di passatempi per tutti i gusti, uno più sollazzevole dell'altro, non escluso quello dell'alleggerimento simultaneo del portafogli e dell'orologio. La grande piazza ospitava ogni sorta di baracconi, dal tiro al bersaglio al museo anatomico, dal carosello al teatro dei galli che cantavano e ballavano prodigiosamente sopra una lastra di bandone. E' proprio nel Baraccone delle Meraviglie di Piazza Pepe, così gustosamente descritta da Petrolini, che Lina, ormai tredicenne, tiene banco facendo il verso alla sciantosa. Educa la voce e qualche tempo dopo, la ritroviamo a Porta Pinciana, alla Torre di Belisario, con un vestitino di cretonne e con un piattino a raccogliere dal pubblico qualche moneta. La vita dell'artista è dura ma Lina è tenace. E' anche brava e bella e dopo i primi inviti al Grande Orfeo, la ritroviamo al Salone Margherita e nei principali cafè chantant della Capitale. E' all'Eldorado di Napoli con un repertorio di canzoni partenopee tra cui Ninuccia ,di cui fu la prima interprete delle famose Maria Marì, 'O sole mio, Marechiaro e Luna Nuova.

 

Alla fine del secolo, la Cavalieri è affermatissima e si esibisce per Le Folies Bergeres a Parigi, a Londra per L'Empire, a Vienna per l'English Garden. E' ormai l'affascinante creatura carezzata dagli sguardi maschili di intere città e molti suoi ammiratori, pur di poterla incontrare, ricorrono ai travestimenti più strani. Il poeta Gabriele D'annunzio le dona una copia del Piacere con la seguente dedica : A Lina Cavalieri, che ha saputo comporre con arte, una insolita armonia tra la bellezza del suo corpo e la passione del suo canto. Un poeta riconoscente. La sua voce è talmente migliorata che decide di debuttare come cantante lirica. La prima opera che la vede protagonista è la Boheme. Siamo al S. Carlo di Napoli e corre l'anno 1900. La sua carriera è folgorante e passa da un matrimonio all'altro. Si sposa con il principe russo Bariatinsky, dopo qualche anno e per una sola settimana con il milionario americano Chanler, di nuovo nel 1913, con il tenore francese Lucien Muratore e poi nel' 27, con il pilota automobilistico Giuseppe Campari. Fior d'orchidea, il bacio dato dalla bocca tua, lo paragono al bacio d'una dea. Trilussa dedica questi versi alla Cavalieri ma non è certo il solo a rimanere ammaliato dal fascino della diva. E' la stessa Cavalieri, contribuendo a creare la sua leggenda, che racconta dei suoi ammiratori. Si trovava a Parigi, narra, durante un lungo freddo inverno. Tornando a casa dal teatro, era solita, a fine corsa, regalare un franco al suo cocchiere. Una volta, per errore, gli donò un napoleone d'oro.Il cocchiere non disse nulla ma qualche giorno dopo l'artista si vide recapitare una scatola d'oro tempestata di brillanti. All'interno del prezioso contenitore c'erano tutti i franchi donati al cocchiere ed anche il napoleone donato per sbaglio. Il vetturino non era altro che un principe russo che saliva a cassetta ogni sera, pur di poter osservare la cantante e scambiare qualche parola con lei. La vita della Cavalieri è costellata da numerosissimi amori, dall'industriale Campari che la segue nella tournee che pubblicizzava il suo aperitivo, al baritono reatino Mattia Battistini, a Tito Schipa, a Guglielmo Marconi, al re del Kazan, disposto a sposarla se avesse abbandonato le scene, al suo impresario Arnaldo Pavoni. E' con lui che decide di ritirarsi a vita privata dividendosi tra la villa della Cappuccina, nei pressi di Rieti e quella di Fiesole. E' qui che trova la morte , durante un bombardamento aereo, insieme al suo compagno. E' il 6 marzo 1944. Gustavo Traglia scriverà : Dietro al suo carro, in quei giorni tristi e dolorosi, c'erano un prete, sei persone ed una folla di ricordi che però nessuno vide.

 

Tratto da Orizzonti, dicembre 2009


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