MUSICA POPOLARE 


Dare una definizione della musica è decisamente difficile e nel corso del tempo, la letteratura a riguardo è andata sempre di più approfondendosi.

Altrettanto complicato è cercare di definire alcuni generi musicali ed in particolare modo, quelli più legati al canto orale e alle tradizioni dei territori.  

Si è comunque scelto, pur con molte riserve , di adottare il termine "musica popolare"come titolo della pagina. 

Certo è che l'attuale  territorio della provincia reatina, può vantare tradizioni musicali di tutto rispetto , l'utilizzo di strumenti antichissimi come ad esempio, la particolare zampogna "zoppa" ( senza bordone) suonata dalle nostre parti e il canto a braccio, in ottava rima.


                                RAFFONE


In alto, Virginio Di Carmine, Raffone e Pietro De Acutis.

( Archivio  fotografico De Martinis)


          IL RACCONTO


               

                    La cantina di Raffone 

 

                                    Un articolo di Stefano Saletti


Con Alfredo Durante detto Raffone, l'incontro avviene senza preavviso. Andiamo a Torrita di Amatrice, poche case molte stalle, e chiediamo della sua abitazione. Raffaello lo ha già incontrato una volta tanti anni fa. Lo ricorda un po' scontroso e geloso del suo patrimonio di conoscenze. Ci accoglie invece con grande cordialità e ci invita nella sua cantina tra botti, ciaramelle e piripizzole (le ance che costruisce per suonare). 

Raffone è il più importante suonatore di zampogna del territorio reatino. Novantenne suona ormai raramente, ma con due ospiti non si fa pregare troppo e parte con un tipico saltarello amatriciano. Eseguito malgrado l'età, con una maestria che fa impressione. Poi ci mostra le ciaramelle avute in eredità dal padre, anch'egli esperto musicista, e racconta. 
"Suono da qundo avevo 10 anni. Papà era "professore". Costruiva le ciaramelle a mano, come mio nonno. Mio figlio e mio nipote invece suonano l'organetto. Anche i miei fratellastri suonano l'organetto, ma nessuno la ciaramella...forse perchè ci vuole fiato. Mio nonno e mio padre erano "artisti". Avevano lo strumento per arrotare il legno, quello azionato con il piede, tipo il tornio. Facevano le ciaramelle a mano. Io a dieci anni seguivo mio padre che andava in giro per i paesi ad insegnare ai signori, quelli che avevano i contadini, ai quali piaceva suonare. Ma quelli che riuscivano ed eguagliarlo erano veramente pochi. Due o tre riuscivano a fare le piripizzole, le otri, insomma tutti i pezzi. Tanti le sanno suonare ma a farle...Papà non sprecava niente, usava tutto il materiale che aveva a disposizione". 
Poi si alza e ci mostra un pacchetto pieno di ance che tiene debitamente nascoste (dice che vengono a rubargliele...). "Soprattutto le ance è veramente difficilesaperle fare bene in modo che suonino. La difficoltà sta proprio nell'affinarle alla perfezione, con molta pazienza. I problemi sono tanti: a volte si rompono, altre fischiano... Quando un artigiano di un paese qui vicino mi ha mostrato le ciaramelle che aveva confezionato su ordinazione di altri paesani della zona, gli ho mostrato la mia per fargli vedere la differenza di costruzione. Gli ho detto che aveva più di cinquant'anni, ma quando l'ha guardata bene ha capito che in realtà poteva averne anche centocinquanta di anni. "Lo vedo dalla conformazione dei buchi", mi disse."
Raffone è un mare di ricordi, di emozioni, di esperienze, come quando rappresentò la provincia di Rieti in un gemellaggio con Londra, facendo ballare un intero aereoporto nell'attesa della partenz, o quando lascia la sua Torrita per essere pregiato ospite di rassegne o seminari di studio sulle tradizioni popolari. "Quante feste e serenate ho fatto e quante donne ho conquistato..." ricorda. "Cantavo e suonavo, facevo tutto da solo. Con la ciaramella e la quartina ero forte...Parlavo mentre lasciavo la zampogna che continuava a suonare da sola...Vallo a fa' mo'! Tra un mese c'ho novant'anni. Eh, quantu campu..."

 

Tratto da http://www.leciaramelle.it/scrittidedicati.php

Alfredo Durante, detto "Raffone" è stato uno dei protagonisti della tradizione musicale popolare del territori dell' amatriciano. Una sua esecuzione, registrata dal grande etnomusicologo  Alan Lomax nel  1954, è anche inserita nel disco  "Italian Treasury, folk music and sogs of Italy". Fra il 1953 e il 1954, Lomax collaborò con l'etnomusicologo reggino Diego Carpitella (a sua volta collega e collaboratore dell'antropologo Ernesto de Martino), conducendo una vasta opera di registrazioni sul campo in Italia.

Nato ad Amatrice il 18 luglio 1912, Alfredo Durante, iniziò a suonare all'età di 5 anni imparando dal padre Raffaele da cui prese il soprannome "Raffone".Con il tempo, la musica divenne per lui un vero e proprio mestiere che lo portò a partecipare a migliaia di feste di diversa natura. Ottenne un grande seguito popolare non solo nella conca amatriciana, ma in Abruzzo e in altre località montane del reatino. Nell'ottobre 1975, rappresentò la regione Lazio a Londra. Quattro anni più tardi, a Terni, suonò per l'Associazione Filarmonica Umbra, all'interno di un seminario tenuto da Diego Carpitella e Piero Arcangeli


Raffone fu a Genova nel 1984, per il " Concerto grande della zampogna italiana" e nel gennaio 1992 in Svizzera, a Wholen, dove suonò Guido Pace (tamburello) e al nipote ( organetto). Diverse sono le partecipazioni a programmi televisivi della RAI.

Raffone si è spento ad Amatrice il 28 gennaio 2004.


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                       ITALIA RANALDI


Il repertorio di Italia Ranaldi, nella sua duplice veste di raccolta di canti della tradizione orale e di proposta di nuove parodie politiche sull’aria di canzoni di consumo, rappresenta un interessante momento di incontro tra la tradizione contadina e l’elaborazione urbana di stampo politico. Questi materiali sono stati depositati presso l'Archivio Sonoro Franco Coggiola del Circolo Gianni Bosio.

Il repertorio di Italia Ranaldi fu inciso nel 1974 da Roberto Leydi e Fulvio Montobbio, in Canti popolari del Lazio dal repertorio di Italia Ranaldi di Poggio Moiano (Sabina), LP  Vedette Albatros  VPA 8185, nel 1974, e alcune sue esecuzioni entrarono anche nell’antologia Italia. Le stagioni degli anni Settanta, Dischi del Sole DS 508/10 DS 511/13, a cura di Sandro Portelli.


Depositato dall'Associazione La Piazza tramite Sara Modigliani, è un archivio relativo al repertorio di Italia Ranaldi (Poggio Moiano, Rieti), una delle voci più suggestive e rappresentative della cultura orale della Sabina. Il suo repertorio copre un'area che spazia tra Poggio Moiano e Montelibretti (Roma), i due paesi in cui ha vissuto. Si tratta di un centinaio di brani (di cui è disponibile presso l'Archivio l'elenco completo) fra canti narrativi, epico-lirici, stornelli, canti di lavoro, canti religiosi e politici. Il materiale è stato donato dalla signora Ranaldi.
Si tratta di 37 bobine per un totale di circa 65 ore di registrazione. Questo materiale sonoro è corredato da materiale cartaceo riguardante favole, proverbi, filastrocche, conte, leggende e ritualità contadina, sempre legato alle tradizioni della Sabina, che fa parte della memoria personale di Italia Ranaldi.

Inoltre, la signora Ranaldi ha donato un manoscritto contenente testi di canti politici scritti da suo marito Mario Mammuccari e cantati da lei, su motivi delle canzoni popolari della Sabina, durante le campagne elettorali del Pci negli anni '50.


      IL RACCONTO


La voce di Italia Ranaldi tratta dal disco "Canti popolari del lazio"


 

Di Sara Modigliani ( Canzoniere del Lazio - La Piazza)

 

Claudio Papi, il mandolinista, aveva un disco, un bellissimo LP.

L’ho ascoltato e alle prime note mi son detta: “Questo è quello che voglio fare”.

Era un disco di Italia Ranaldi, l’unico disco fatto da lei: “Italia Ranaldi e la Sabina”. Ho sentito la sua voce, il suo repertorio e mi sono sentita l’erede di tutto quello.

Non avevo motivo di fare più solo le cose del Canzoniere, ma ho voluto conoscere questa signora… Ho cercato il suo nome nell’elenco telefonico. Era l’unica. Le ho telefonato, e al telefono, ho riconosciuto subito al sua voce. Non aveva nemmeno una copia del suo disco!

Ci siamo incontrate, siamo diventate amiche; lei mi ha insegnato il suo repertorio: così è nato il gruppo La Piazza, contestualmente alla scoperta di Italia Rinaldi (il gruppo ha prodotto due CD "Milandè" e "Amore piccolino fatte grande…",

Sara Modigliani

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Un interessante brano del gruppo La Piazza, tratto dal disco " Milandè"


Sara Modigliani è stata ed è tutt'ora studiosa e ricercatrice dei canti popolari del Lazio, che ripropone nel suo repertorio.

E proprio dalle sue ricerche e registrazioni sul campo nasce la proposta che Sara intende fare al laboratorio che terrà nell'ambito del raduno de iDeposito.org: presenterà la figura e i canti di Italia Ranaldi, esecutrice, interprete e ricercatrice del repertorio musicale di tradizione orale dei territori del Lazio occidentale. 

Depositato dall'Associazione La Piazza tramite Sara Modigliani, è un archivio relativo al repertorio di Italia Ranaldi (Poggio Moiano, Rieti), una delle voci più suggestive e rappresentative della cultura orale della Sabina. Il suo repertorio copre un'area che spazia tra Poggio Moiano e Montelibretti (Roma), i due paesi in cui ha vissuto. Si tratta di un centinaio di brani (di cui è disponibile presso l'Archivio l'elenco completo) fra canti narrativi, epico-lirici, stornelli, canti di lavoro, canti religiosi e politici. Il materiale è stato donato dalla signora Ranaldi.


Stornelli a serenata dalla voce di Italia Ranaldi



                    CLAUDIO DI MUZIO


L'organetto, è parte integrante della musica  del nostro territorio. Tra i tanti giovani che hanno voluto continuare la tradizione dello strumento diatonico, è doveroso ricordare il nome di Claudio Di Muzio, più volte campione mondiale di organetto.

Claudio, ancora giovanissimo è entrato a far parte della famiglia musicale di Luca Sebastiani  con cui cominciò a fare le prime serate. Nel corso del tempo, crescendo, quel piccolo musicista, ha raggiunto traguardi molto importanti conquistando il titolo di campione d'Italia e per ben tre volte, quello del mondo. Riuscì a strappare il titolo mondiale junior, nel 1994, all'età di soli 12 anni. Apprezzato per le sue qualità dai grandi artisti della fisarmonica, oggi dirige una scuola di organetto tra le più affermate ed è divenuto l'elemento di spicco dell'attuale Orchestra Luca Sebastiani.