RIETI E I CLUBS DEGLI ANNI '60


In basso, la mappa dei clubs di Rieti negli anni '60.

Legenda :

1   Club, vicolo S.Donato

2   Blue Reflection Club, Via Sanizi ( 1968-1975 )

3   Club 66, Via del Seminario ( 1965 - 1970 )

4   Sonital Club- Il covo, via Alemanni ( 1965 -1988)

5   Night Birds Club, via San Pietro Martire

6   Club, via del Forno ( 1967 - 1970)

7   Lovers Club, via Centurioni (1968-1970)

8   Birilli Club, via San Francesco ( 1966-1969)

9   Pozzanghere Bianche Club, Vicolo San Giorgio

      (1967- 1969)

10 Club, via Porta Conca

11 Friends Club, Via Sant'Eusanio (1966- 1970)

12 Titani Club, Via San Rufo ( 1966- 1974)

13 Club, via Crispolti

14 Naufraghi Club, Piazza Oberdan  !1966-1969)

15 Batman '68 Club, via Bevilacqua ( 1968 -1970)

Sin dal secondo dopoguerra, i giovani reatini non hanno mai avuto a disposizione spazi per ascoltare la propria musica e socializzare. Eccezion fatta per il "circolo di lettura", facente parte dell'edificio del teatro Flavio Vespasiano e per il dopolavoro della Montecatini ( ex SNIA) , luoghi spesso convertiti in sale da ballo o da concerto, non c'erano luoghi al chiuso utilizzabili durante le lunghe invernate reatine.

 

Tutto ciò, nonostante ci fossero in città gruppi ed orchestrine decisamente interessanti, tra cui va senza dubbio ricordato l'ensamble di Dino Fedri, di cui faceva parte anche Gino Marinacci, divenuto negli anni '60 uno dei più importanti jazzisti italiani.

 

 La "scena musicale alternativa", oggi la definiremmo così, fioriva con il bel tempo, con le feste paesane, di quartiere o organizzate presso le fonti di Cottorella.

 

Negli anni '60 però, anche a Rieti, esplose il fenomeno dei clubs, spesso legato alla presenza di "complessi musicali" locali.

Durante il Festival di Primavera, questi locali diventavano un punto di riferimento anche per i tanti gruppi beat che da tutta la Penisola e dall'estero, venivano a Rieti per partecipare al concorso. Spesso capitava di assistere a jam sessions di musicisti reatini che suonavano insieme ai componenti delle bands più note al grande pubblico.  

 

Non siamo assolutamente di fronte ad un fenomeno marginale.

Un lavoro di ricerca realizzato nella metà degli anni'80, 

ha fatto emergere, per difetto, un quadro decisamente inaspettato. 

A fatica, è stata realizzata una mappatura dei clubs cittadini fino ad individuarne una quindicina. 

 

Ai clubs, più o meno aperti al pubblico, vanno naturalmente aggiunti altri luoghi di ritrovo, spesso coincidenti con casali disabitati o cantine, non di rado adibite dalle bands locali anche a sale prova.

Nel corso del tempo, i luoghi di ritrovo giovanili andarono purtroppo via via scemando. Alcuni clubs come il '66 o il Covo, si trasformarono in note discoteche.

 

Nei decenni successivi, la necessità di un centro sociale autogestito sarà un'esigenza avvertita moltissimo tra i giovani di Rieti.



I clubs reatini erano un luogo di ritrovo dove spesso venivano organizzate feste, anche in costume, soprattutto in occasione del carnevale o della fine dell'anno. La foto a lato, fu scattata nel club di S.Lucia (Night Birds Club, via San Pietro Martire), nei pressi dell'attuale biblioteca Paroniana, nei primi anni '70.Il pannello di fondo, sembra essere proprio uno di quelli utilizzati nel 1969, per la Parata di Primavera.In questo club, c'era anche una pista per automobiline elettriche con cui i frequentatori del locale amavano divertirsi.



A destra, un biglietto d'ingresso ad una festa organizzata nei locali di via Alemanni, 17, una volta Sonital Club e successivamente, " Il Covo". 

L'anno dell'evento è imprecisato ma probabilmente, l'invito risale alla seconda metà degli anni '70.  Il biglietto è stampato con una tecnica particolare, su base argentata. La riproduzione fotografica non consente di evidenziare questo originale particolare. L'invito appare decisamente sdrucito e questo, in parte, è conseguenza della tipologia di stampa molto sensibile all'umidità.

 Il possessore dell'invito probabilmente, deve aver ballato parecchio  in quel pomeriggio e anche molto sudato.  

( Fidatevi. E' proprio così che è andata)




Le interviste

nterviste a cura della rivista on line Didattica Luce in Sabina, promossa dall'Istituto Luce e dall'Archivio di Stato di Rieti.


    IL CLUB PETRARCA DI ANTRODOCO


Fernando Felli, negli anni '60, chitarra e voce dei giovanissimi White Shadows di Antrodoco, ci ha raccontato la storia del gruppo ma anche del locale strettamente collegato agli esordi della band che attualmente, proprio in omaggio al vecchio club antrodocano, ha preso il nome di " Petrarca". Da questo racconto abbiamo tratto alcuni passi, utili a meglio comprendere il fenomeno dei clubs nel nostro territorio.

 

"...Il luogo dove ci esibivamo era il mitico Club Petrarca di Antrodoco, in via del Mulino, 5.

Era uno scantinato del Comune, una sorta di Piper nostrano. Ricordo ancora le pareti tamburate con anonimi pannelli di panforte. L’indimenticabile amico e pittore Lin Delija le volle dipingere con colori vivaci. Peccato che gli anni e l’umidità abbiano del tutto cancellato quei disegni che meglio di qualsiasi altra cosa rappresentavano la gioia e l’entusiasmo che era dentro di noi.

 

Ben presto si sparse la voce della nascita del Club Petrarca e i ragazzi cominciarono a giungere da L’Aquila, Terni e Rieti.

Spesso la domenica pomeriggio, via del Mulino, rimaneva bloccata al traffico per i tanti giovani che non trovando posto all’ interno del club rimanevano fuori". 


Leggi l'intero racconto


Video-intervista a Fernando Felli realizzata dalla rivista on line Didattica Luce in Sabina

The White Shadows (Archivio F.Felli)
The White Shadows (Archivio F.Felli)

Lin Delija, è stoto un pittore nato a Scutari nel 1926.

Esule in Italia dal 1955, dove poi è morto nel 1994, dopo una lunga permanenza ad Antrodoco, dipinse le pareti del Club Petrarca .

Moltissime opere del pittore albanese sono attualmente ospitate presso il museo di Antrodoco.



In questa pagina, proponiamo due cartoline d'epoca del Flavio Vespasiano, tempio del bel canto, del teatro ma anche scenario di numerose iniziative di carattere diverso.  In alto, una riproduzione del suo interno. A lato, una foto scattata probabilmente, negli anni '30.



                            ALTRI LUOGHI


 

TEATRO FLAVIO VESPASIANO

Il tempio deputato per la musica a Rieti, è senz'altro il teatro Flavio Vespasiano. Dotato di un'acustica ottima,  ha ospitato anche rassegne e spettacoli non necessariamente teatrali o legati al bel canto.

Nell'attiguo Circolo di lettura, fino ai primi anni '60 erano spessissimo organizzate anche feste da ballo.

Il teatro comunale, fu inaugurato il 20 settembre 1893 con il Faust di Gounod e la Cavalleria Rusticana di Mascagni.

In questa pagina proponiamo due cartoline d'epoca.

Quella in alto, riproduce l'interno del teatro Flavio Vespasiano, l'altra, una veduta da via Garibaldi, probabilmente risalente agli anni '30.


Tra i  luoghi frequentati dai giovani reatini, oltre alle tante piazze della città e dei paesi, vanno ricordate le fonti di Cottorella. 



CIRCOLO DI LETTURA

         Circolo di Lettura, 27 febbraio 1960. Festa della Stampa

In alto e in basso, invito ad una festa degli universitari. Rieti, Circolo di lettura, 1959


Il salone degli specchi del Circolo di Lettura, fu fino agli anni '60, un luogo anche per le feste della gioventù reatina.

Nei decenni successivi, è stato utilizzato per dibattiti, concerti ed altre iniziative culturali.

Il teatro Potlach  di Fara Sabina, tanto per fare un esempio,  vi replicò nel 1987, alcuni momenti interessantissimi compresi nella Rassegna " Napoli Oriente" .

A fianco, in alto, una foto scattata durante una serata dedicata alla danza " Orissi".

Molti furono i concerti di vario genere di cui furono protagonisti non solo musicisti locali ma anche artisti più o meno noti del panorama internazionale.

Tra questi anche John Renbourn e Wim Mertens . 

In questa pagina foto ed altro del concerto di Renbourn.



CINEMA TEATRO MODERNO

Il teatro cinema Moderno, oggi multisala, ha ospitato in passato molti concerti, tra cui ricordiamo quelli degli Area, di Ivan Graziani e più di recente, quello degli Screaming Headless Torsos. 

Negli anni '60,  fu il luogo, insieme al teatro Flavio Vespasiano,  in cui si svolse  il Festival dei Complessi di Rieti. 

Nella cartolina a fianco, il Moderno sul finire degli anni '50. 

La foto notturna invece, è stata scattata di recente. 

Come è possibile notare, non ci sono state negli anni, modifiche alla facciata esterna.

La ristrutturazione infatti, è avvenuta internamente, ricavando tre sale di diversa grandezza.



                            CURIOSITA'


Dei Dick Dick, ci siamo già occupati a proposito delFestival dei Complessi ed il legame  tra le band che vi partecipavano e i clubs locali. 

Questo rapporto con la città è testimoniato anche dalla la foto riportata sulla notissima copertina di "Senza Luce". Quella da cui i componenti della band si affacciano, è infatti la balaustra del " Pincetto", nei pressi del Teatro Flavio Vespasiano.  La notizia ci è stata confermata da testimoni che erano sul posto durante il servizio fotografico.